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LA COSCIENZA DI ZETA

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Brividi a Sanremo

Dopo più di 100 esibizioni, tra megafoni, battesimi e cameraman samaritani, il 72° Festival della canzone italiana è arrivato al termine. 25 cantanti in gara hanno dato vita all’edizione 2022, la terza condotta da Amadeus, orfano di Fiorello se non per la prima serata.
A sostituire lo showman siciliano nella co-conduzione sono state Ornella Muti (impalpabile), Lorena Cesarini (troppo inesperta per il palco dell’Ariston), Drusilla Foer (un fiume in piena), Maria Chiara Giannetta (da sei politico) e Sabrina Ferilli. L’attrice romana si è distinta per il suo non-monologo sulla leggerezza, regalando alla quinta serata l’allegria necessaria per arrivare alle 2 di notte.

Ad accompagnare Ama dall’inizio alla fino alla fine sono stati Fabio Rovazzi e Orietta Berti, collegati in diretta ogni sera dalla nuova nave da crociera del main sponsor del Festival. Dopo aver messo in mostra un vestito più appariscente dell’altro, la voce di Finché la barca va ha tenuto mezza Italia incollata sul divano durante la finale, all’una e mezza di notte, con la hit Luna Piena, reinventandosi per l’ennesima volta in una versione inaspettatamente danzereccia.

L’esibizione di Orietta Berti nella serata finale

Nel complesso Amadeus si è confermato capitano affidabile e per certi versi sorprendente. Chi l’avrebbe mai detto che il conduttore non troppo brillante che avevamo conosciuto nel passato potesse essere l’uomo giusto per rivitalizzare la manifestazione? Conduttore dai tempi perfetti e mai prevaricante sul contesto, spalla comica efficace, esperto musicale attento e curioso capace di portare in gara mostri sacri della nostra musica, giovani star e artisti di nicchia. È merito suo se lo spettacolo è sembrato più ritmato rispetto alle precedenti edizioni, riuscendo a chiudere la trasmissione addirittura prima dell’una nelle prime due serate e prima delle due per la finale (che due anni fa si concluse quasi alle tre).

I 25 cantanti in gara hanno regalato vere e proprie hit estive, ma anche brani dalla sensibilità sopraffina. La Rappresentante di Lista, tornando dopo l’edizione passata, cambia look e diverte il pubblico con Ciao Ciao, capostipite di un gruppo di canzoni destinate a diventare tormentoni del 2022: dall’inaspettata Chimica (Ditonellapiaga e Rettore) a Duecentomila ore (Ana Mena), passando per Farfalle (Sangiovanni) e Insuperabile (Rkomi). 
Poi, ovviamente, c’è la canzone vincitrice: i Brividi che hanno trasportato Mahmood e Blanco al trionfo hanno oltrepassato le 10 milioni di ascolti in due giorni, facendo diventare il pezzo firmato da Michelangelo il brano più ascoltato in Italia e proiettandolo nella top 5 globale di Spotify.

Come al solito, anche nei piani bassi della classifica si trovano delle piccole perle meritevoli. Il cantautore napoletano Giovanni Truppi ha portato la sua integrità morale e artistica in prima serata con l’emozionante Tuo padre, mia madre, Lucia; Ora e qui è il manifesto dell’emergente Yuman; Dove si balla è la gemma pop capace di portare alla conoscenza del grande pubblico la mente geniale di Dargen D’Amico.

Delusione invece per Tananai: la sua Sesso occasionale, poco interessante, è stata portata sul palco con delle esibizioni al di sotto delle aspettative. Discorso simile per Matteo Romano (inteprete di Virale). Highsnob e Hu, invece, sembrano non essere stati compresi del tutto con la loro struggente Abbi cura di te.
Tra gli artisti più navigati, Noemi sembra non essere riuscita a fare il passo in più che alla settima edizione ci si poteva aspettare da lei, mentre Michele Bravi è rimasto fermo nella terra di nessuno sia per quanto riguarda la bontà della performance che l’originialità.

L’esordiente Yuman ha chiuso al ventunesimo posto con Ora e qui, mostrando però doti vocali interessanti

Se giovani ed esordienti hanno quasi tutti retto bene il palco, anche i veterani se la sono cavata. Gianni Morandi è riuscito come sempre a rinnovarsi senza tradire la sua identità grazie all’apporto di Jovanotti, autore della sua Apri tutte le porte, mentre Massimo Ranieri è forse stato meno immediato, ma Lettera di là dal mare può ritagliarsi lo spazio che merita col passare del tempo. Meno bene invece Iva Zanicchi, che non ha affiancato alla sua grande voce un pezzo all’altezza. Menzione speciale, invece, per Rettore, che accanto a Ditonellapiaga ha vissuto una vera e propria seconda giovinezza interpretando un brano fresco e divertente.