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Cyber war, la guerra invisibile

[…] Smilitizzeremo, libereremo ed elimineremo il nazismo in Ucraina con una operazione militare speciale». Con queste parole, in diretta televisiva, il presidente russo Valdimir Putin ha annunciato ai cittadini russi l’inzio della guerra in Ucraina, quando in Italia erano le 03:50 del 24 febbraio 2022.

Da lì in poi, gli ultimi giorni sono andati avanti in uno scenario che ci è oramai familiare: i bombardamenti, le notizie sui telegiornali e sui social, le foto di persone che tentano di scappare e i video della devastazione causata dalle milizie russe nelle maggiori città ucraine.

Tutto accade sotto i nostri occhi, o quasi. Dietro le quinte, contemporaneamente alla guerra fisica, viene combattuta una guerra invisibile agli occhi; quella informatica.

In realtà la guerra ibrida è iniziata ben 45 giorni prima di quella fisica con i primi attacchi DDoS (Distributed Denial of Service, in italiano letteralmente negazione distribuita del servizio), che hanno avuto come target infrastrutture critiche, entità governative e finanziare presenti sul suolo ucraino. Da un lato, dunque, si svolge quella che potremmo definire una cyber war, combattuta in rete da gruppi di hacker ed hacktivist (attivisti digitali); dall’altro, invece, quella tradizionale che ci riporta indietro di ottant’anni circa.

Il conflitto nato dall’aggressione russa ai danni dell’Ucraina ha generato uno scenario mai visto in passato: una cyber-guerriglia senza frontiere, intentata soprattutto da attivisti a supporto dello Stato attaccato, con una partecipazione di massa inedita.
Già due giorni dopo l’inizio della guerra, il famoso gruppo Anonymous si è schierato a favore dell’Ucraina. Ad esso se ne aggregheranno altri provenienti dai paesi più disparati: ad esempio BlackHawks e Gng dalla Georgia, i turchi del Monarch Turkish HactivistGreenXparta_9haan, indonesiano.

Nella folta lista figura ovviamente anche l’esercito di hacker ucraino,  IT Army of Ukraine. Messo in piedi dal governo di Kyiv per organizzare la controffensiva informatica contro la Russia, al momento conta 280mila iscritti. Ad ogni protagonista, però, il suo antagonista: in contrapposizione ad Anonymous, che attualmente è uno dei principali sostenitori dell’ucraina nella cyber war, si è posto il gruppo di hacker dell’intelligence militare russa Sandworm, unanimemente riconosciuta come responsabile dell’attacco alla rete elettrica ucraina nel 2015.

Negli ultimi giorni le operazioni informatiche si sono moltiplicate, da ambo le parti. Dopo aver messo KO per un breve periodo alcune banche e siti governativi ucraini, quasi come provocazione, al Russia è passata ad attacchi più massicci con l’utilizzo di malware aggressivi che, diffondendosi in rete, possono essere usati a tutti gli effetti come bombe virtuali. Dal lato ucraino non c’è stata una vera e propria risposta, ma l’intervento di Anonymous lascia pensare che questo fronte della guerra possa espandersi ancora di più.