Nonostante siano Febbraio e Settembre i mesi caldi della moda internazionale, anche Gennaio occupa un posto molto importante nel fashion calendar. Nel primo mese dell’anno, infatti, hanno luogo le sfilate di Menswear a Milano e a Parigi, subito seguite dall’Haute Couture francese.
A dare l’inizio alle danze é stata una bellissima mescolanza tra brand simbolici dell’eleganza italiana e giovani up-comers che sono riusciti, negli ultimi anni, a portare i riflettori sul loro lavoro. Tra questi, il romagnolo Federico Cina, con una collezione ispirata all’armonia tra giovani e anziani nell’intrattenimento di massa della sua regione d’origine. Tramite l’uso di colori e stampe che ricordano la Romagna degli anni ’70, Cina ha presentato una collezione che risulta moderna rimanendo sincera alla sua ispirazione.
Due sfilate in particolare hanno rubato la scena e hanno fatto parlare il pubblico: Prada e JW Anderson.
Il brand della milanesissima Miuccia, ancora una volta accompagnata dallo stilista belga Raf Simons, ha riportato protagonisti del cinema Hollywoodiano sulla passerella, dieci anni dopo averlo già fatto per la collezione Autunno 2012. Vediamo, quindi, attori del calibro di Thomas Brodie-Sangster, Ashton Sanders, Kyle MacLachlan e Jeff Goldblum indossare trench in ecopelle e classici cappotti di lana, con un tocco di pelliccia alla fine, richiamo alla collezione autunnale del 2017 della casa di moda Milanese.
JW Anderson ha invece portato modernità e stranezza nella città della moda italiana, dove, ispirato da documentari, ASMR e TikTok, ha usato diversi materiali, forme e colori per trasformare in vestiti la stranezza delle sue ossessioni durante il periodo di quarantena. Vediamo, quindi, capi basic di qualsiasi guardaroba sotto una luce senza genere e in chiave moderna, abbracciando totalmente la sciocchezza caratteristica dello stilista inglese. Highlight della collezione: borse a forma di piccione.
Nella capitale della moda francese, invece, il sistema moda era impegnato a celebrare l’inizio di una nuova avventura, così come la fine di un’altra.
Il produttore discografico e stilista Nigo ha, infatti, presentato la sua prima collezione come direttore artistico di Kenzo alla Galerie Vivienne di Parigi. Con una prima fila piena di superstar, da Pharrell Williams a Kanye West, passando per J Balvin e Shygirl, l’imprenditore giapponese ha portato in passerella dettagli simbolici del brand negli anni ’80 su materiali e forme indiscutibilmente moderne, lasciandoci emozionati per il futuro di Kenzo.
Altro momento emozionante a Parigi é stata la presentazione dell’ultima collezione di Virgil Abloh come direttore creativo della linea Menswear di Louis Vuitton. Abloh, venuto a mancare lo scorso Novembre, ha rivoluzionato la casa di moda francese con otto collezioni in cui ha unito lo streetwear alla classica eleganza maschile, portando il luxury alle masse. Lo show é stato realizzato in collaborazione con Ibrahim Kamara, che si é occupato dello styling, e Tyler The Creator, che é stato compositore della musica. Insieme, hanno creato una retrospettiva del percorso di Virgil a Louis Vuitton, tra colori, fantasie e richiami ad arte e ad architettura, con i personaggi che l’hanno accompagnato in questa avventura; come la super model Naomi Campbell che ha sfilato in suo onore.
Il giorno seguente alla fine della Menswear Fashion Week é iniziata, sempre a Parigi, la settimana della Haute Couture.
All’inizio del 2020 Jean Paul Gaultier aveva annunciato il suo “pensionamento”, dichiarando, un paio di mesi dopo, che il brand avrebbe continuato la sua produzione tramite altri direttori artistici, uno per stagione. La scorsa stagione, la collezione couture era stata realizzata da Chitose Abe, direttrice creativa e fondatrice di Sacai. Quest’anno, é stato Glenn Martens di Y/Project a prendere le redini, realizzando una delle collezioni migliori di questa stagione. Lo stilista belga ha ripreso elementi iconici della casa di moda francese, come corsetti e stampe a strisce, e li ha mescolati a dettagli indubbiamente Martens, come pelle in vista e gonne fluttuanti, riuscendo a creare una visione unica e strabiliante, come dovrebbe essere ogni collezione di Haute Couture.
Stupisce, anche l’Italiano Pierpaolo Piccioli, che, come direttore creativo di Valentino, ha continuato a modernizzare lo storico brand senza uscire dagli schemi dell’eleganza tradizionale. La sua missione, nelle sue parole, é quella di “cambiare i codici, mantenendo i valori”. Per questo motivo, non abbiamo visto i corpi soliti dell’haute couture: dieci modelle con corpi diversi per i fitting della collezione. Piccioli ha portato in passerella uomini, modelle curvy e donne con un’età maggiore rispetto ai canoni dell’alta moda francese, dimostrando che lo scopo della couture é costruire una silhouette intorno al corpo e non manipolare la forma di una persona attraverso la sartoria.