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La Divina Commedia di Tedua: consapevolezza e maturità

2 Marzo 2018, Tedua pubblica Mowgli, l’album che lo consacra nella scena del rap italiano. Dopo il boom di vendite (doppio disco di platino), il pubblico è rimasto però in attesa di un nuovo capitolo, con un ansia quasi mai vista nel settore e solo parzialmente smorzata dal Vita Vera Mixtape del 2020. Adesso, finalmente, la lunga rincorsa è finita: è uscito La Divina Commedia,il nuovo disco del rapper genovese.

Il tempo speso ha portato alla luce un prodotto oggettivamente di altissima qualità, un progetto che racconta una crescita artistica e personale voluta e cercata con forza dallo stesso artista nel corso degli anni. Il titolo riprende l’opera più famosa di Dante, nonché forse la più importante della letteratura italiana e, sebbene i riferimenti non siano presenti in modo costante, Tedua racconta il suo cammino in varie tappe: sbandamento, evoluzione ed ascensione, riprendendo chiaramente immagini della Commedia e adattandole alla società odierna, in particolare all’ambiente milanese e a quello musicale italiano nel 2023.

Una nota citazione dal primo canto dell’Inferno dantesco viene pronunciata nel videoclip Intro La Divina Commedia: «Ma tu perché ritorni a tanta noia?». Enunciato che introduce la rievocazione di eventi passati, tanto dolorosi quanto fondamentali nel percorso di crescita iniziato molti anni fa. Un viaggio verso la consapevolezza, aspirazione ultima dell’artista fuorviato da un mondo di apparenze che riparte dalla propria coscienza per trovare le forze per affrontarlo; proprio come Dante che cerca l’elevazione dell’animo in una realtà peccaminosa mediante il catartico viaggio nell’aldilà.

Dall’incontro con la dura realtà milanese dei primi anni 2000, l’artista genovese restituisce una panoramica nuda e cruda della città, fatta di ostentazione e lussuria: in Paradiso Artificiale (feat.Kid Yugi & Baby Gang), il titolo richiama il saggio di Baudelaire riguardante gli effetti delle droghe sugli uomini, e descrive la cupidigia all’ombra della madonnina che fa perdere la retta via a moltissimi ragazzi. In Mancanze Affettive (feat. Geolier) si rivede anche il piccolo bimbo cresciuto nella giungla di Mowgli: ( «tipo una tigre vedi le strisce la cicatrice che ho con me»); mentre La Scala Di Milano (feat. Guè) fa trasparire alla perfezione l’angoscia dei milioni di giovani italiani che sognano di evadere dalla mediocrità senza averne però la possibilità, con le ali tarpate da una società classista che mira all’omologazione ed al consenso («Buttato nell’isolato, isolato dal mondo»).

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Intro La Divina Commedia-Tedua

Famiglia, amore e cultura sono le armi che Ryan Ted professa come liberatrici dalle catene dell’omologazione sociale. Libertà da ottenere attraverso un percorso verso la consapevolezza, in cui viene metaforicamente accompagnato dalle collaborazioni intraprese nell’album. Sono, invece, le tracce da solista in cui Tedua dimostra la propria evoluzione, spingendo in modo deciso sui valori familiari, non solo quelli di sangue ma anche quelli più estesi di amicizia vera, come quella con i Bimbi.

Non a caso Lo-Fi for U è il brano che ha anticipato l’uscita dell’album: un inno al mantenimento dei rapporti umani con colleghi, a volte anche rivali professionali ma prima di tutto amici, cresciuti insieme e da tempo pieni di stima reciproca; Sfera e Rkomi sono già comparsi in quello che si prospetta essere soltanto metà del lavoro in programma, infatti in Outro Purgatorio lo stesso artista giunge alla somma consapevolezza di essersi distaccato dal conformismo terreno e di essere pronto ad ascendere al Paradiso. L’ultimo pezzo dell’album è quello che meglio rappresenta la tematica dell’evoluzione: un pezzo intimo, fatto di ammissione di colpe e che racconta la depressione, gli errori, il blocco artistico, la paura di non farcela seguita dalla celebrazione del percorso compiuto per innalzarsi fino alla cima colle del Purgatorio, e salire al tanto atteso Paradiso.

La direzione è tracciata, l’outro del progetto lascia intendere che Ryan Ted sia intenzionato a continuare questo viaggio interiore proprio seguendo le orme dantesche; i violini che risuonano nel pezzo conclusivo sembrano far trapelare la vicinanza ad un Paradiso ormai imminente. Tutto lascia pensare dunque ad un volume 2, seppur nessuna conferma ufficiale sia arrivata dall’artista o dal suo entourage. Le locandine del tour nei palazzetti raffigurano un Tedua illuminato sul dorso da una colomba, palese riferimento alla simbologia cristiana. Le porte del Paradiso di Tedua stanno per aprirsi: tutti i fan e gli appassionati del genere non possono far altro che attendere la sua ascensione.

Di Simone Vallese e Fabiola Graceffa