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Lakers fuori dai playoff: la ricostruzione di una disfatta

A inizio regular season i Los Angeles Lakers erano tra i favoriti per la vittoria del titolo NBA ma, a distanza di 7 mesi, i giallo-viola con la sconfitta contro i Phoneix Suns hanno perso l’ultimo treno per raggiungere i Play Off. Sono passati solo due anni da quando, nella bolla, LeBron James e compagni alzavano il Larry O. Brien Trophy al cielo, inserendo il diciassettesimo titolo nella bacheca della franchigia più famosa del mondo.

Ma come hanno fatto i favoriti al titolo della Western Conference a non rientrare nemmeno tra le prime dieci classificate? La risposta a questo quesito è da ricercare agli albori del progetto, iniziato con l’arrivo di King James.

Nel 2018 il Re arrivò in California con un unico obiettivo, vincere. Ma per colpa di un grave infortunio, che lo tenne ai box per più di metà stagione, il primo anno fu disastroso. I gioiellini dei draft passati sarebbero dovuti emergere grazie al nuovo allenatore Frank Vogel che, dopo un’ esperienza in chiaroscuro a Orlando, sbarcò nella costa ovest . Il coach ex Pacers non riuscì a donare al suo team un gioco equilibrato, basando tutto l’attacco su LeBron, senza curare la difesa. A gravare sul gioco dei Lakers fu la difficolta del coach di cambiare tattica e confronti difensivi, che hanno causato spesso delle sconfitte molto pesanti.

Nonostante la vittoria del titolo, nella bolla, con il duo Davis-James il gioco di Vogel rimase inconcludente e non adatto per franchigie di quel calibro. Con il passare del tempo – e gli infortuni delle due all-star – i problemi dei Lakers iniziarono a farsi notare. Frank Vogel non è mai riuscito a dare identità alla sua squadra.

A luglio 2021 è arrivato Russell Westbrook che, con un contratto pesantissimo, si è aggiunto a King James ed Anthony Davis formando un trio da fantabasket, pregustando già le Finals 2022.

Il Re ha giocato una stagione eccezionale a livello individuale, che ha chiuso con il suo massimo di punti dal 2006 (30,3). il fratello putativo Anthony Davis, complici una serie di infortuni, non è mai stato fenomenale come al solito. Russell Westbrook, ormai il capro espiatorio per i tifosi, chiuderà con 19 punti di media, 7 rimbalzi e 7 assist. La sua peggior stagione.

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I Lakers hanno avuto più quintetti iniziali (39), che vittorie (33). Con le 39 partite saltate da Davis, e le 23 dal re è stato difficile trovare la continuità, con un cambio forzato di rotazione ogni volta che la squadra sembrava in ripresa. Westbrook, Malik Monk e Carmelo Anthony (acquisto insensato dell’estate 2021)  hanno giocato almeno 65 partite in stagione. Gli infortuni sono sicuramente un alibi, ma non sono sufficienti per spiegare un flop di tali proporzioni.

Infine, lo spogliatoio che, mai come quest’anno, ha visto incongruenze, lingue lunghe e screzi nocivi per i giocatori e lo staff tecnico.

Per rinascere, la franchigia deve sperare in ghiotte occasioni di mercato che potrebbero manifestarsi nella prossima estate, pensando al futuro e senza lasciarsi sedurre da giocatori bolliti o sull’orlo del ritiro. Necessario, un vero allenatore che, a differenza di Vogel, possa dare un’identità ai Lakers, fondamentale per puntare a vincere con continuità negli anni (chiedere a San Antonio).

Con il mercato in mano alla Klutch Sports, l’agenzia che rappresenta LeBron e Davis, Westbrook diventa l’unica star sacrificabile. Senza scelte al draft, la seconda rinascita in cinque anni sembra quasi impossibile, tutto è nelle mani della dirigenza che, sicuramente ha commesso più di un errore.

https://www.youtube.com/watch?v=WqbWwKx1nBU