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L’algoritmo ha il tuo ritmo

«Che cos’è l’algoritmo di Instagram? Uno dei miti principali che vogliamo sfatare è quello relativo all’esistenza del cosiddetto “algoritmo […]In realtà ci avvaliamo di diversi algoritmi, classificatori e processi, e ognuno di questi ha una funzione».

Chi tra di noi utenti, almeno una volta, non ha provato a cercare quali fossero le migliori fasce orarie per pubblicare una storia o un post su Instagram cercando di sfruttare il fatidico “algoritmo”?

Instagram stesso ha svelato, tramite un articolo, quali sono i criteri di ottimizzazione del nostro feed spiegando che in realtà esiste più di un algoritmo. “Vogliamo che tu possa sfruttare il tuo tempo al meglio e crediamo che il modo migliore per aiutarti sia servirci della tecnologia per personalizzare la tua esperienza”, spiegano gli sviluppatori.

Ma partiamo dall’inizio: Instagram nasce nel 2010, inizialmente solo su iOS distinguendosi per la dimensione delle immagini 1:1 per la larghezza di visualizzazione dell’iPhone. Successivamente Il servizio ha anche aggiunto funzionalità di messaggistica, la possibilità di includere più immagini o video in un singolo post, nonché “Storie”, “Reels” ed “IG Tv”.

Come anticipato, Instagram non utilizza un solo algoritmo per gestire quello che viene mostrato agli utenti, bensì si avvale di diversi algoritmi, al fine di personalizzare al massimo l’esperienza dei suoi utenti, infatti ogni sezione dell’app (Feed e Storie, Esplora, Reels) sfrutta il proprio algoritmo.

A partire dal Feed e dalle storie, il social tende a mostrare a tutti noi contenuti dei contatti più stretti, riferendosi alle pagine/profili con cui abbiamo maggiori interazioni, tenendo conto di informazioni tipo la frequenza con cui si mette “Mi piace” a determinati post, se si è collegati da mobile o da pc e l’orario di condivisione del post.

Non è da sottovalutare il numero di interazioni che abbiamo con una persona, Instagram infatti interpreta tutto ciò come un chiaro interesse verso l’utente in questione, motivo per cui i famosi “like tattici” e le reazioni alle storie funzionano per farsi notare.

Esplora è programmata per far scoprire agli utenti nuovi contenuti. Infatti, è formata da foto e video che, al contrario delle storie e del feed, vengono da account che noi non seguiamo. Anche in questo caso avviene una classificazione in base ad i nostri interessi ma non in maniera così diretta, facciamo un esempio: ipotizziamo di aver messo like ad un post di Chiara Ferragni, a quel punto “l’algoritmo” scopre prima a chi piacciono le foto della Ferry ed a quali altri account interessano, di conseguenza in Esplora troveremo foto o video di profili con contenuti simili a quelli di Chiara Ferragni.

Passiamo invece ai Reels, uno spazio pensato per il nostro intrattenimento. Come Esplora la maggior parte di quello che vediamo proviene da account che non seguiamo. Di conseguenza, viene seguita una procedura molto simile quando cerchiamo dei reel che potrebbero piacerci con la differenza che essi sono finalizzati all’intrattenimento piuttosto che alla scoperta di nuovi contenuti. Instagram infatti conduce sondaggi fra le persone per capire l’indice di gradimento di un dato reel per comprendere cosa il pubblico vuole vedere o preferisce vedere. I segnali più importanti considerati sono i reel a cui noi stessi mettiamo mi piace ed informazioni su questi, la cronologia delle interazioni con chi pubblica il reel ed informazioni su questa.

Ma in che modo possiamo incidere su ciò che appare? Il modo in cui ognuno di noi utilizza il social incide significativamente su ciò che vediamo o non vediamo, per migliorare la nostra esperienza Instagram ci suggerisce alcune opzioni, come gli amici stretti nelle storie. Non solo viene fatta una selezione diretta su chi può vedere le nostre storie, ma allo stesso tempo verrà sfruttata questa informazione per dare priorità a queste persone nel feed e nelle storie. Un altro modo è quello di silenziare le persone che non ci interessano o, ancora più direttamente, contrassegnare i post consigliati con “Non mi interessa”.

In conclusione, ciò che vediamo dipende in parte da noi, dalle nostre abitudini e dai nostri interessi, tranquilli che Mark sa bene cosa sta facendo!