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Mario contro l’immobilità dello stato: parte 2

L’agonia non è ancora giunta al termine.

Mario, allo stremo delle sue forze, lotta contro l’inadempienza dell’Azienda unica sanitaria regionale delle Marche e del Comitato Etico, che tardano a mettere in atto il diritto sancito dalla Corte Costituzionale. La strada per accedere al suicidio medicalmente assistito sembra essere ancora sbarrata dall’ostruzionismo delle autorità. La questione evidentemente non è prioritaria per lo Stato, che chiude gli occhi di fronte alla tortura fisica e mentale che Mario deve subire ogni giorno.

Mario scrive ben due lettere, per non cadere nell’oblio dell’indifferenza, per chiedere giustizia a chi non si è mai posto il problema di conoscere la situazione in cui vive.

La prima lettera è stata pubblicata dall’associazione Luca Coscioni il quattro dicembre 2021, mentre la seconda è stata resa pubblica il venti dicembre 2021.

Il resoconto finale è allarmante, Mario si sente tradito da uno stato che continua a trascurare l’improcrastinabile compito, ossia quello di procedere con le verifiche sul farmaco e le modalità di somministrazione necessarie alla procedura finale.

Nell’ultima lettera Mario evidenzia come si senta abbandonato e preso in giro da chi ha il potere di agire, ma preferisce non farlo; inoltre descrive come il suo dolore sia diventato umanamente impossibile da sopportare.

Questo è un estratto della lettera più recente: “Ciao a tutti, sono Mario, non ho più parole per quanto sta accadendo. Quello che mi sta facendo più male è che mi stanno uccidendo dentro, nell’anima, psicologicamente mi stanno svuotando ma quello che è peggio e che i responsabili sono le persone che fanno le leggi e ci chiedono a noi cittadini di rispettare, sono loro i primi a non rispettarle. Mi sento tradito dallo stesso Stato ed è gravissimo il loro comportamento, io ho fatto tutto e di più nel rispetto delle regole e in questi 16 mesi ho dato tutto me stesso, andando sopra le mie possibilità, sopportando dolori, stanchezza fisica e mentale.”