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Sulle Nuvole – Il film di Tommaso Paradiso

L’esordio alla regia del cantautore Tommaso Paradiso è giunto nelle sale italiane il 26 Aprile, portando sul grande schermo una travagliata storia d’amore scritta insieme a Chiara Barzini e Luca Infascelli.

L’ex frontman dei The Giornalisti ha scelto, per i ruoli principali, attori sottoutilizzati all’interno di un cinema italiano che preferisce muoversi in zone di comfort dove spiccano spesso gli stessi volti. Ecco quindi Marco Cocci che, dopo l’enorme successo de L’ultimo bacio, ha lavorato in film di poco successo perdendo la fama che il suo ruolo borderline nel capolavoro di Gabriele Muccino gli donò.

L’attore toscano presta il suo volto a Nic Vega, cantautore divorato dal successo che vaga per l’Italia senza spiegazioni. Alter ego di Paradiso, nella sua camminata verso il nulla ritrova Francesca, interpretata dall’ottima Barbara Ronchi, vecchia fiamma dei tempi di gloria che ormai si è stabilizzata con la sua famiglia.

La storia gira intorno all’anima persa di Nic, immaturo e privo di volontà: appare nelle vite di una famiglia che, dopo tanto alcol e qualche ricordo offuscato dal fumo, riuscirà a dare al cantautore un’altra opportunità.  L’ambigua emotività di Vega è retta da un grande Cocci, capace di animare la pellicola smorzando momenti di vuoto e nasconendo la confusione della storyline.

Il film viaggia su un doppio binario: da una parte c’è l’autenticità data dagli attori, diretti  bene a differenza dei tanti cameo – da Morandi a Mannoia, da Pezzali a Gazzelle -, dall’altra una visione della realtà poco aderente. La rappresentazione troppo schematica del percorso di autodistruzione del protagonista, intrecciata al mondo ovattato della classica famiglia borghese che fa colazione con i succhi di frutta nelle caraffe e mantiene tutta la casa in un ordine irreale, risulta poco credibile.

La storia percorre vie già conosciute, anche dal punto di vista del linguaggio cinematografico, con un artista, un tempo famosissimo, che all’improvviso ha smesso di cantare. Il rapporto fatto da luci, ombre e alcool con il manager, anch’esso personaggio borderline, la fuga dell’amore della sua vita dopo che il successo stava consumando la vita di Vega. Tornato ad  una vita stabile, con la musica a fare da padrona e una redenzione percepita a singhiozzi,  Paradiso termina il suo film lasciando a gli spettatori un finale criptico.

Superando la trama e la regia l’esordio al cinema di Tommaso Paradiso resta un lavoro svolto da un personaggio distante dal mondo cinematografico che, quindi, deve camminare ancora per molto prima di poter offrire un prodotto spacca-classifiche come è solito fare nel con la musica.

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