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Valentino Rossi: da Dottore a Professore

9 titoli mondiali, il 46 stampato sul cupolino, la colorata scritta The Doctor cucita sulla schiena, è impossibile non capire di chi stiamo per parlare. Valentino Rossi è uno degli sportivi più influenti di sempre, ha fatto sognare milioni di appassionati (e ne ha creati di nuovi) con le sue entusiasmanti bagarre, da cui spesso e volentieri è uscito vincitore con manovre che sono entrate di diritto nella storia del motociclismo. Nell’ultima stagione quello che è considerato il punto di riferimento del motociclismo moderno ha deciso di appendere la tuta al chiodo dopo 432 gare disputate.

Nella commozione generale per il suo ritiro, Valentino continua ad essere apprezzato per il suo spirito fanciullesco: per lui l’età sembra un semplice numero – ha concluso l’ultima gara a 42 anni – e fino all’ultimo ha dato l’impressione di divertirsi come un bambino. Ma qual è l’elisir dell’eterna giovinezza di Rossi?

La risposta può essere scovata in quello che è il secondo lavoro del pilota, che negli ultimi anni è riuscito a creare la VR46 Academy, vera e propria scuola in cui i più grandi talenti emergenti del panorama motociclistico italiano condividono esperienze, consigli e sportellate con il miglior motociclista della storia. Nel corso degli anni, il team collegato alla stessa Academy è riuscito a diventare uno dei più competitivi in Moto2 e Moto3, con l’esordio nella classe regina che si avvicina sempre di più con l’arrivo della nuova stagione.

Valentino ha visto crescere questi ragazzi e paradossalmente si è anche trovato a dover respirare i loro fumi di scarico negli ultimi anni. Infatti, alcuni ragazzi usciti dalla scuola (da Bagnaia a Morbidelli e Bastianini) sono arrivati già in MotoGp dando prova del loro grande talento e della bontà dell’investimento fatto dal Dottore, e superando addirittura il nove volte campione del mondo in alcune delle sue ultime gare. Lo stesso Valentino ha ironicamente dichiarato: “Di chi c**** è stata l’idea? Chiudiamo l’Academy!“, andando poi ad affermare, tra le risate dei presenti,  di non potersela prendere con nessuno dato che l’idea era partita proprio da lui stesso.

Gli allievi sono cresciuti con Valentino, hanno corso con Valentino ed hanno anche accompagnato il loro maestro durante la sua ultima gara, riservandogli un tributo speciale: su idea di Andrea Migno, i suoi ragazzi si sono presentati a Valencia con delle repliche dei caschi più iconici della carriera del Dottore.

Seppur senza vederlo sulla griglia di partenza, il marchio di fabbrica di Valentino continuerà sicuramente ad essere presente nelle prossime generazioni motociclistiche, grazie non solo all’influenza esercitata dallo stesso, ma anche a quell’eredità che ha costruito giorno dopo giorno tra la polvere e le risate del Ranch di Tavullia.